Acerenza: la Cattedrale del Conte Dracula e del Sacro Graal

2170

Acerenza Cattedrale? Avete mai sentito parlare di questo posto molto particolare, intorno alla quale sono sorte parecchie leggende misteriose? La tradizione racconta un legame davvero curioso fra questa Cattedrale di Acerenza e il Conte Dracula. Fra le leggende della Basilicata questa colpisce in maniera specifica per la sua curiosità. Ma Acerenza in Basilicata non è famosa soltanto per i legami con i vampiri, visto che la cripta della Cattedrale di Acerenza è diventata nota anche perché si racconta che in essa sarebbe custodito il Sacro Graal. Quindi riscontriamo anche un legame davvero ricco di interpretazioni tra Cattedrale di Acerenza e Templari. Scopriamone di più.

Cosa c’entra Dracula?

Cattedrale di Acerenza

Possiamo rintracciare una tradizione che unisce la Cattedrale di Acerenza e Dracula. Non tutti forse sapranno che, fra i misteri che riguardano questo luogo religioso, alcuni rimandano direttamente al principe slavo Vlad III, colui che è conosciuto anche con il nome comune di Dracula.

Secondo la leggenda, nella Cattedrale di Acerenza sarebbe sepolta la figlia del conte vampiro. Si dice che Maria Balsa, la moglie del conte Ferrillo del luogo, fosse la figlia di un tiranno che viveva nella zona tra la Serbia e la Romania. Le allusioni sono tipiche al Conte Dracula, anche perché sulla facciata della Cattedrale di questo paesino della Basilicata possiamo rintracciare uno stemma che raffigura un drago. E proprio la casata del principe Vlad III aveva un esplicito riferimento a questo simbolo del drago.

Ma ci sono anche altri indizi che ricollegano la Cattedrale di Acerenza al vampirismo. Per esempio all’ingresso possiamo trovare due creature dall’aspetto mostruoso che sono intente a mordere sul collo due vittime. Ciò che è più sconvolgente è la raffigurazione che si può trovare su un bassorilievo all’interno della cripta.

Qui troviamo l’immagine del demone biblico Lillith. Questa creatura, anch’essa particolarmente mostruosa, era conosciuta per la sua abitudine di comparire di notte e succhiare il sangue soprattutto ai neonati.

E continua la simbologia, perché negli affreschi possiamo ritrovare una figura che sembrerebbe rimandare direttamente al Conte Dracula. Questa figura è posta di spalle all’altare, come se simbolicamente avesse voluto voltare le spalle a Dio.

Dove è custodito il Sacro Graal

Cattedrale di Acerenza interno

Acerenza e la sua Cattedrale sarebbero legate anche direttamente al Sacro Graal. Quest’ultimo sarebbe il calice da cui Gesù avrebbe bevuto nell’ultima cena. Proprio il Sacro Graal sarebbe stato utilizzato da Giuseppe D’Arimatea per raccogliere il sangue di Gesù dopo che egli era stato crocifisso.

Nel tempo questo calice è diventato molto ambito, anche perché si ritiene che esso abbia il potere di infondere conoscenza e di portare alla vita eterna. La tradizione racconta che proprio il Santo Graal si troverebbe in qualche modo nascosto all’interno della Cattedrale di questo borgo della Basilicata.

Il tutto si configura come un vero mistero, perché non si può pensare esclusivamente ad una leggenda, ma l’episodio non può essere nemmeno inquadrato in un contesto storico. Tutti però, specialmente coloro che abitano ad Acerenza, davvero credono a questo fatto misterioso, anche se per molti aspetti la coincidenza non sarebbe affatto spiegabile.

Ma ci sono davvero tanti indizi che fanno pensare ad un legame molto complesso tra la Basilicata, Acerenza e i Templari, i cavalieri di questo ordine religioso, su cui gli episodi sono veramente tanti. Per esempio si racconta che le truppe della stessa crociata, che si tenne nel 1227, furono organizzate da Padre Andrea, arcivescovo della cattedrale di Acerenza.

Poi il Graal sarebbe stato portato all’interno della chiesa e nascosto da un certo Ugo Dei Pagani, un uomo che sarebbe nato da quelle parti, nello specifico nel vicino comune di Forenza.

Quando nel 1524 è stata ristrutturata la cripta della Cattedrale, i lavori furono eseguiti dal conte Ferrillo Balsa, un membro dell’ordine dei cavalieri di Gerusalemme (che sarebbe stato anche il marito, come abbiamo specificato anche precedentemente, della presunta figlia di Dracula).

Durante questi lavori di restauro sarebbe stata murata una finestrella. Forse il Sacro Graal si trova nascosto proprio dietro di essa? A sostegno dell’ipotesi del Sacro Graal custodito all’interno della Cattedrale di Acerenza interviene anche un’altra prova.

La piazza in cui è situata la chiesa ha il nome di piazza Glinni. Questo termine potrebbe essere visto come il genitivo della parola gaelica “glin”. La leggenda del Graal è proprio di origine gaelica.

Non bisogna tra l’altro dimenticare che la Cattedrale è intitolata a Santa Maria Assunta e San Canio Vescovo. Sapete che cosa significa in gaelico il nome Canio? Ha il significato di “magnifico sorvegliante”. Si vuole alludere ad una specie di sorveglianza di un oggetto particolarmente importante legato alla tradizione religiosa?

Il legame con il regno dei morti

Acerenza la Cattedrale

Sacro Graal, Dracula, tutti elementi che ci rimandano ad un legame stretto con la religione e con i misteri che riguardano le interferenze tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Spieghiamo meglio: il Sacro Graal è il calice dell’ultima cena, tenutasi prima della morte di Gesù. Per quanto riguarda Dracula, si dice che sia un non morto, una condizione che ha assunto in seguito ad un episodio specifico.

Secondo la leggenda infatti Vlad, dopo che la moglie fu uccisa dai Turchi, per rivederla fece un patto con il diavolo. Proprio in seguito a questo patto divenne un non morto.

Insomma, anche da questi indizi appare evidente come questi misteri legati al borgo della Basilicata di cui stiamo parlando siano segno di un voler unire in maniera più stretta il mondo della vita con quello della morte.

Come svelano gli esperti di toponimia, anche il nome stesso di Acerenza rimanda a questo sottile confine. Il termine potrebbe derivare da Acheron, il fiume che nella tradizione antica collegava il regno dei vivi con quello dei morti.

Acerenza chiesa

A proposito di San Canio, sappiamo che era vescovo in Africa e nel 292 d.C. fu arrestato dal prefetto di Cartagine proprio per la sua fede. Sarebbe stato soggetto a numerose torture e alcuni sostengono che gli venne versato anche del piombo fuso sulle ferite.

Il prefetto di Cartagine poi decise di sottoporlo alla decapitazione. Tuttavia quest’ultima non avvenne, perché mentre San Canio si recava al patibolo accaddero degli inspiegabili fenomeni naturali. Anche il prefetto ne ebbe paura e perciò decise di lasciarlo andare in mare. Attraverso il mare Canio sarebbe giunto in Campania, aiutato dagli angeli. Poi, dopo la sua morte, fu seppellito ad Aversa e dopo il suo corpo fu trasferito ad Acerenza.

Il vescovo dell’epoca decise di nascondere i resti del Santo e lasciò visibile in un altare in pietra il suo bastone pastorale. Si racconta attualmente che molti visitatori abbiano visto muoversi all’interno della custodia proprio il bastone pastorale di San Canio, anche se esso è stato opportunamente sigillato.

Acerenza mappa